La sera prima avevo preparato tutto quello che credevo fosse necessario per la sopravvivenza su una spiaggia praticamente deserta. 4 borse. In una i teli da mare grandi più uno piccolo per varie ed eventuali. Una con le bottiglie d'acqua e di cola, frutta nel sacchetto trasparente e mattoncini ghiacciati che avrei messo all'ultimo minuto. Un'altra con nell'ordine: libro di narrativa, libro giallo, cruciverba e penna, sigarette, portacenere portatile, occhiali da vista e da sole, borsellino, santino di San Cristoforo protettore dei viaggiatori, posatine, bicchierini panini e thermos del caffè. Un'altra ancora le creme protezione 30 e 15 (a seconda della scelta del momento), tutto l'occorrente per il cambio e la ristrutturazione facciale che servisse a non farmi prendere per un'evasa dalla neuro che è l'aspetto che mi ritrovo dopo una giornata di sole full immersion! Adesso ero pronta. Prendo le borse, l'ombrellone e chiudo la porta. Con la mano. Cazzo! Le chiavi dentro. Panico. E adesso?
Col cellulare chiamo mio figlio. "Enzo dove sei?" - "A distanza di sicurezza per qualunque cosa tu volessi chiedermi..." (che carino...) " Sono rimasta fuori casa" "Certo! dovevi andare al mare no?" "Si... ci vorrei andare ma ho lasciato le chiavi dentro casa e non posso neanche aprire la macchina e sono qui fuori con le borse e l'ombrellone in mano che sembro il datore di lavoro dei Vu cumprà..." " ahahahaha" -.- "Non credo sia il caso di ridere, dovresti venire con le tue chiavi ad aprire la porta quindi vedi di fare presto e vieni qua!" "Pronto...??? chrrrrr chrrrr pron...t...mam.....mmm..... c'è un interferenza....non sento...." " ENZOOOOOO!!!!!! NON FARE IL CRETINO E CORRI!!!!!"
Venti minuti dopo sono seduta sulle scale che parlo col campanello e sto sudando come un lottatore di wrestling. Di mio figlio neanche l'ombra! Sono passati quasi tutti i vicini e a tutti ho dovuto dare spiegazioni del perchè sembravo una rappresentante dell'Ikea dietro la porta di casa mia e la cosa non mi divertiva affatto. Finalmente dopo circa tre quarti d'ora arriva, visibilmente infastidito e mi apre. Io ringraziandolo con lo sguardo di Lucifero entro a cercare le chiavi. Niente, non le vedo da nessuna parte. "Tu cerca in cucina che io guardo in soggiorno" niente.
Sto smontando la casa e ho l'umore di un rottweyler con l'ulcera. Niente da nessuna parte, si sono sciolte nell'aria, completamente volatilizzate. Forse il caldo le ha fuse e adesso avranno l'aspetto di un acquitrino...Mi viene un dubbio, infilo la mano nella borsa del cambio e zac...tocco le bastarde!!! Adesso se mio figlio mi spella e mi mette nel sale ha tutte le ragioni del mondo.
Perché “L’anima della fenice”? Perché amo questa figura mitologica, della quale si racconta che fosse un animale capace di risorgere dalle sue ceneri e ricominciare una nuova esistenza... e questo mi piace...
Home
Benvenuti nel mio blog!

La pagina di Patty
Qualcosa a proposito di me...
Da un pò di tempo mi piace anche scrivere. Piccoli racconti (alcuni anche in dialetto siculo) e varie cavolate del tipo "pensiero recondito"...o almeno ci provo...
In ogni caso...chiedo scusa se questo spazio non è esattamente come un vero blog dovrebbe essere! Comunque sia, benvenuti a tutti! ;D
Archivio blog
Visualizzazione post con etichetta racconti personali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta racconti personali. Mostra tutti i post
domenica 21 agosto 2011
lunedì 11 luglio 2011
C'era una volta...il lavatoio.
«Una sera di novembre del 1955 mia nonna, che aveva quarant’anni, riconquistò la libertà e si sentì felice: aveva preso in mano un libro ed era riuscita a leggere qualche pagina prima di addormentarsi. Aveva comprato la sua prima lavatrice! »
Oggi abbiamo tanto...tante di quelle cose che è diventato quasi normale non pensare più a come si viveva una volta. Viviamo in un tempo in cui il lavoro dell'uomo è agevolato al massimo e facciamo fatica a ricordare quelli che erano i sacrifici di coloro che non possedevano neanche per l'appunto una lavatrice. Qualche giorno fa mi è capitato che l'amato elettrodomestico decidesse di guastarsi e allora ho dovuto adattarmi all'evenienza e mettermi di buona volontà cercando di lavare a mano quanti più capi possibile. Ora...niente (o quasi) problemi per le magliette estive, per i costumi e anche qualche pantalone leggero, fino a li tutto liscio... ma al momento degli asciugamani....ommamma!!!! sembravo il remake di shyning! Chiunque si avvicinava lo sbranavo! La fatica...!...ma la fatica...!!!!! è da pazzi!! ma come facevano prima??? Certo che è davvero da rifletterci su...
Oggi abbiamo tanto...tante di quelle cose che è diventato quasi normale non pensare più a come si viveva una volta. Viviamo in un tempo in cui il lavoro dell'uomo è agevolato al massimo e facciamo fatica a ricordare quelli che erano i sacrifici di coloro che non possedevano neanche per l'appunto una lavatrice. Qualche giorno fa mi è capitato che l'amato elettrodomestico decidesse di guastarsi e allora ho dovuto adattarmi all'evenienza e mettermi di buona volontà cercando di lavare a mano quanti più capi possibile. Ora...niente (o quasi) problemi per le magliette estive, per i costumi e anche qualche pantalone leggero, fino a li tutto liscio... ma al momento degli asciugamani....ommamma!!!! sembravo il remake di shyning! Chiunque si avvicinava lo sbranavo! La fatica...!...ma la fatica...!!!!! è da pazzi!! ma come facevano prima??? Certo che è davvero da rifletterci su...
![]() |
A' Lavannara |
lunedì 13 dicembre 2010
Perchè i pini e alcuni alberi sono sempre verdi e non perdono le foglie ?(Leggenda)
Molto tempo fa, un piccolo uccello si ruppe un’ala proprio all’arrivo dell’inverno e non potendo volare verso il sud cominciò a saltellare nella foresta alla ricerca di un riparo.
Per iniziare chiese aiuto ad una betulla :
Splendida betulla, ho rotto un’ala e bisogna che mi trovi un riparo per restare al caldo. Mi faresti rimanere fra i tuoi rami fino a
quando arriverà la primavera?
quando arriverà la primavera?
Certamente no, rispose la betulla. Ho già abbastanza problemi con le
mie foglie durante l’inverno. Non ho tempo per occuparmi di te.
mie foglie durante l’inverno. Non ho tempo per occuparmi di te.
Il piccolo uccello saltellò fino ad una immensa quercia.
Potente quercia, chiese educatamente, mi lasceresti vivere fra i tuoi
rami fino a primavera?
rami fino a primavera?
Sicuramente no, rispose la quercia, conosco quelli della tua specie,
ti mangeresti tutte le mie ghiande. Vattene!!!
ti mangeresti tutte le mie ghiande. Vattene!!!
Il povero uccello arrivò fino ad un salice:
Gentile salice, implorò l’uccellino, potrei vivere tra i tuoi rami fino
a primavera?
a primavera?
Tu scherzi, rispose il salice. Può darsi che qualche albero accetta
degli estranei. Io, no di certo. Vattene!!!
degli estranei. Io, no di certo. Vattene!!!
Debole e respinto, l’uccellino cominciò a vagare non sapendo
dove andare.
dove andare.
Dove vai, piccolo uccellino? chiese una voce preoccupata.
L’uccellino si voltò e vide una picea (abete rosso) che aveva
un’aria amichevole.
un’aria amichevole.
Non lo so, rispose tristemente, la mia ala è rotta e io non posso volare verso sud e ho bisogno di un riparo al caldo per passare l’inverno.
Vieni a vivere tra i miei rami, disse la picea, sarei contenta di avere compagnia durante l’inverno.
L’uccellino svolazzo con gratitudine verso un ramo basso.
Si stava sistemando quando un pino li accanto gli disse:
Si stava sistemando quando un pino li accanto gli disse:
Benvenuto piccolo uccellino. Mi dispiace che tu sia ferito. Io ti aiuterò proteggendo te e la picea dai venti gelidi dell’inverno.
Anch’io, disse una piccola voce, era un piccolo ginepro. Io ti aiuterò dandoti i miei piccoli frutti da mangiare per tutto l’inverno.
Voi siete molto gentili, rispose l’uccelino.
Grazie tante.
Grazie tante.
Lo rimpiangeranno, dissero sospirando la betulla,
la quercia e il salice.
la quercia e il salice.
Il mattino dopo, Jack il Gelo, fece uscire i suoi bambini
per portarli a giocare.
per portarli a giocare.
Noi toccheremo tutte le foglie degli alberi della foresta così vedremo a cosa somigliano quando non hanno più foglie e sono nudi.
Possiamo Papà, possiamo Papà, chiesero i bambini di Jack il Gelo saltando per la gioia.
Possiamo Papà, possiamo Papà, chiesero i bambini di Jack il Gelo saltando per la gioia.
Un momento, disse Jack che aveva fatto un giro durante la notte e
aveva visto quel che era successo al piccolo uccellino,
non dovete toccare gli alberi che sono stati gentili con l’uccellino.
aveva visto quel che era successo al piccolo uccellino,
non dovete toccare gli alberi che sono stati gentili con l’uccellino.
Essendo dei bravi ragazzi, i figli di Jack il Gelo
obbedirono al loro papà.
obbedirono al loro papà.
Ecco perché la picea, il pino e il ginepro rimangono verdi tutto l’anno.
Iscriviti a:
Post (Atom)